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Esporsi al sole fa bene!

Forse la settimana scorsa vi abbiamo un po’ terrorizzato con il video degli effetti del sole sulla pelle, ma è solo perché crediamo che sia giusto fare informazione e mostrare i rischi dell’esposizione diretta, cioè senza filtri solari e protezioni, ai raggi solari. Ma il sole non è solo un nemico per il nostro organismo: se vissuta nella maniera corretta infatti l’esposizione al sole fa bene, per motivi chimici e fisici che agiscono direttamente sul nostro umore.

L’esposizione al sole infatti stimola la produzione di endorfina e serotonina, che rendono il nostro umore migliore e avviando una potente azione antidepressiva. La stessa esposizione svolge poi una funzione di cheratinizzazione, cioè di protezione meccanica dell’epidermide attraverso l’ispessimento dello stato corneo, e la funzione di immunomodulatore, stimolando il sistema linfatico a difendersi dell’esterno.

Il beneficio maggiore che però possiamo ottenere dall’esposizione al sole è la biosintesi della Vitamina D: la Vitamina D introdotta con il cibo e responsabile del metabolismo del calcio non è attiva, ma viene attivata solo se la pelle è esposta ai raggi del sole. Sono, infatti, le radiazioni ultraviolette (in particolare i raggi UVB) presenti nella luce solare ad indurre la pelle a produrre vitamina D. Bisognerebbe esporsi al sole per almeno 15 minuti al giorno, con il volto, le braccia e le gambe scoperte, per soddisfare il fabbisogno quotidiano di questa vitamina.
Non in tutte le ore del giorno, però, e non in tutte le stagioni, la luce solare è caratterizzata da una quantità sufficiente delle radiazioni necessarie per la sintesi della vitamina D. Nei mesi invernali, ad esempio, la produzione di vitamina D legata all’esposizione solare è molto ridotta.

Inoltre, la capacità della pelle di produrre vitamina D se esposta al sole, si riduce con l’età. Gli anziani sono ad elevato rischio di carenza di vitamina D, anche perché in genere trascorrono poco tempo al sole, difficilmente espongono direttamente la pelle ai raggi solari e fanno un basso consumo di alimenti grassi di origine animale, cioè quelli con più elevato contenuto di vitamina D.

Sembrerà strano, visto il numero di giornate di sole nel nostro paese, ma lo scarso apporto alimentare e l’inadeguata esposizione al sole fanno sì che, sempre più frequentemente in Italia, non si riesca a soddisfare il fabbisogno quotidiano di questa importante vitamina.

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